Un articolo a quattro mani di

Avv. Vittorino Moratti  Dicembre 1982

e Moreno Signorini -Aprile 2021

 

«Si può?… Si può?…

Signore! Signori!… Scusatemi

Se da sol me presento.

Io sono il Prologo»

Ditemi il vero, coriste e coristi di Toscana (siete voi le signore ed i signori della circostanza): se mi fossi presentato alla solita maniera:«permettete? Diapason», probabilmente mi avreste trovato banale, prevedibile. Per questo ho preferito ricorrere alla frase d’esordio del famoso brano dell’opera di Leoncavallo e l’ho fatto pensando, oltreché al contenuto della frase (appropriato come dirò), all’idea che, fra i cultori della musica, un saluto in chiave musicale, forse sarebbe risultato anche simpatico.

………

«Diapason» mi chiamo, come avete letto sulla mia testata. Vi piace il mio nome? Io l’ho accolto con molto favore ed ho approvato coloro che me lo hanno imposto: il diapason è per eccellenza lo strumento del coro e non per nulla è detto anche «corista».

Sono appena venuto alla luce, ma conto di restare a lungo vicino a voi, perlomeno quanto voi resterete gli uni vicini agli altri uniti nel vincolo associativo regionale.

Questo era l’incipit dell’articolo di fondo nel n° 0 dell’anno 0 della mia uscita dalle stampe.

Ma questo vale ancor oggi che, desueta l’uscita su stampa, si apre per me una nuova era; entriamo nel digitale, mi è stato detto dai miei creatori che sono diventato un «blog»; sarebbe a dire, se non ho mal inteso, che, rispetto alla mia precedente vita e struttura, nulla cambia; solo che non sono più su carta ma sono diventato un qualcosa appoggiato sull’etere e, meraviglia delle meraviglie, mi possono leggere anche sopra il telefono, ma non quello che era presente alla mia nascita con la cornetta bianca o nera appoggiata sul trespolo, no, questo te lo metti in tasca e lo consulti dove vuoi; rete permettendo, qualcuno suggerisce.

Bene penso, forse sarò ancor più facilmente e rapidamente consultabile, forse incontrerò ancor più gradimento e simpatia, in barba alla modestia; perciò mi dichiaro ottimista anche in merito alla collaborazione che indispensabilmente voi dovrete offrirmi.

Quale collaborazione? E’ presto detto.

….. mi attendo che scriviate, sì da mantenere il mio contenuto vivace ed attuale; sono aperto a tutti e, tutti, ne sono certo, avete qualcosa di interessante di cui arricchire le mie pagine.

Vorrei ricordare ancor oggi le parole di allora che mi sembra continuino ad avere una valenza di assoluta attualità.

………; riaffermare il principio che la coralità toscana deve essere identificata nel complesso dei cori, delle loro caratteristiche tecniche e strutturali, dei loro patrimoni culturali ed umani, nel rifiuto, conseguentemente, di ogni criterio che tenda a limitare la considerazione solo a qualcuno di quei cori, di quelle caratteristiche, di quei patrimoni, …..

Stiamo vivendo un momento della nostra cultura, nel quale il coro è andato e sempre più va assumendo una dimensione quale mai aveva avuto in passato; di conseguenza deriva al coro una funzione, che esso deve svolgere affinché la sua esistenza sia coerente con quella dimensione.

Strumento di educazione e formazione musicale; veicolo di cultura dai centri di più elevata professionalità fino all’ultima periferia e punto di riferimento per quanti intendano accostarsi al canto corale; archivio di raccolta e custodia dei valori della tradizione; cemento di coesione di rapporti sociali ispirati all’amicizia ed alla solidarietà reciproca fra persone che, provenienti da differenti estrazioni, trovano nella musica un denominatore comune;……

Questo credo sia stato il percorso seguito fino ad oggi e mi auguro prosegua con quello stesso «spirito», perché questa è la vera anima della coralità.

Comparivo allora poco prima del Natale del 1982 e torno a voi appena passata la Pasqua in questo 2021, ancora immersi nell’emergenza sanitaria più catastrofica affrontata a memoria di vivente, ben trentanove anni dopo da quella prima uscita e, come allora, approfittai dell’occasione per augurare il Buon Natale, mi auguro oggi con questa mia nuova comparsa, in abiti diversi, in nome della coralità toscana tutta che a seguire dopo Pasqua di Resurrezione sia giunto il momento, Signore e Signori di un: «Buon Rinascimento corale».

Moreno Signorini

Presidente