“Cantando in giro per la Toscana e non solo…..”

A cura di Enrico Moggi

Ogni paese, ogni borgo della nostra fantastica Toscana è come uno scrigno che custodisce storia, storie e curiosità preziose… e corali!

Ad Isola d’Elba:

Schola Cantorum “San Gaetano”

La bandiera dell’Isola d’Elba è bianca, divisa diagonalmente da una banda rossa che parte dall’angolo superiore del lato del pennone su cui vi sono tre api d’oro.

Location

Distante appena 5,400 miglia nautiche(10 Km.ca.) dal continente e con una superficie totale di ca. 224 Kmq., l’Isola d’Elba è la più grande isola dell’Arcipelago Toscano e la terza isola italiana.

Oltre ad essa l’Arcipelago è costituito da altre isole minori: Capraia, Montecristo, Pianosa, e Gorgona (LI), Giglio e Giannutri (GR) ed anche alcuni isolotti minori: Palmaiola e Cerboli.

Viene considerato un arcipelago “anomalo”, perché ogni isola è una realtà propria, con caratteristiche diverse dalle altre ed ognuna ricca di un meraviglioso “insieme” di ambienti naturali, di vegetazione, di cultura, storia ed arte.

Tutte le isole fanno parte di un’area marina protetta per i mammiferi marini, che si estende per 90.000 kmq, istituita grazie a un accordo tra Italia, Principato di Monaco e Francia.

Collegamenti
I collegamenti per l’Isola d’Elba sono attivati dal porto di Piombino sia con navi che con aliscafi verso i porti di Portoferraio, Rio Marina e Cavo. Esiste altresì un collegamento- estivo – da Portoferraio con Bastia (Corsica).

Al centro dell’isola, ad alcuni Km. a sud della città di Portoferraio, c/o il Comune di Campo nell’Elba, è situato l’Aeroporto di Marina di Campo con una pista in asfalto lunga mt. 1197; i collegamenti annuali sono per Pisa, Firenze, Milano e per la Svizzera.

Tutte le cittadine dell’isola sono collegate tra loro da diverse corse giornaliere di bus di linea che viaggiano in coincidenza con i servizi marittimi.

Portoferraio con la rada ed il Porto

Morfologia
L’Isola d’Elba, insieme alle altre isole dell’Arcipelago Toscano, fa parte dell’antico tratto di terra emersa che collegava la penisola italiana alla Corsica. Le coste settentrionali sono bagnate dal mar Ligure, quelle orientali dal canale di Piombino, quelle meridionali dal mar Tirreno e quelle occidentali dal canale di Corsica.

  • Ad ovest, la parte montuosa e più recente, è dominata al centro dal Monte Capanne (1019 m s.l.m.),la più alta vetta dell’Arcipelago, creatasi circa 11 milioni di anni fa tramite un sollevamento sottomarino; al suo interno si trovano formazioni di granito vetroso e rocce verdastre. Altri rilievi sono: il Monte Giove (mt. 855), Monte di Cote (mt. 950), Monte Cenno (mt. 592) Monte Perone (mt. 630)
    La cima del Monte Capanne si può raggiungere, sia a piedi con sentieri segnalati, sia con la cabinovia che si trova a Marciana, località Pozzatello, a pochi metri dal centro abitato e permette, in 18 minuti, di raggiungere mt. 950 (limite per i turisti).

La cima del Monte Capanne – In fondo Marciana Marina

  • Nella zona Centrale, dove la larghezza dell’Isola si riduce a soli 4 km., il Monte Tambone e Monte Orello (mt. 377).
  • Nella zona Est., la parte più antica dell’Isola con i suoi 400 milioni di anni, e caratterizzata dalla presenza delle vecchie miniere di ferro, il Monte Strega (mt. 427), Monte Serra (mt. 422) Monte Calamita (mt. 413) dove affiorano gneiss e marmi, ed il Volterraio con il suo antico castello (mt. 394).L’Isola d’Elba al contrario di quanto si pensi è un’isola caratterizzata da diverse sorgenti di acqua; spesso anche potabile. Ma quasi tutti sono a regime stagionale e risultano brevi, con il risultato che durante il periodo estivo lasciano il proprio letto quasi completamente asciutto. Ai piedi del Monte Capanne, tra i paesi di Poggio e Marciana, è presente una famosa sorgente di acqua. la Fonte Napoleone, conosciuta ed apprezzata già dall’imperatore. Grazie alle sue proprietà oggi viene considerata una tra le migliori acque potabili presenti in Italia. Carta dell’Isola d’Elba

Turismo
La natura e la storia dell’Isola d’Elba si sono sempre collegate tra loro per originare una quantità di ambienti e culture fuori del comune.

Percorrendo a piedi pochi chilometri, si può benissimo passare dal mare alla montagna con escursioni che rappresentano non solo un’ esperienza personale, ma soprattutto un arricchimento interiore per uno dei paesaggi più affascinanti del Mediterraneo.

Visitare l’Isola significa veramente immergersi in un mondo particolare, e lo si può fare in svariate modalità e tutte con caratteristiche uniche: in auto, in moto, in bicicletta, a piedi, con i mezzi pubblici ed anche navigando intorno all’isola per ammirare posti da sogno.

Risulta molto difficile trovare nello stesso Mediterraneo un’isola nella quale trovare una montagna di granito alta più di 1000 metri ed a 2 ore di cammino, una delle zone minerarie più interessanti dell’Europa.

L’Isola d’Elba per la sua bellezza connessa ad una ottima organizzazione dell’attività turistica, può offrire questo: un prodotto oramai di fama mondiale.

Si può ben definire un’oasi verde e blu tra le acque nell’Arcipelago Toscano, dove la natura è considerata “Regina Sovrana”, con spiagge dorate, acque cristalline, massicci granitici immersi nella macchia e particolari paesaggi delle miniere. L’isola si presenta al turista con la grazia ed il fascino di un territorio autentico ed ancora incontaminato, fatto di storie e di eventi legati a popoli antichi. Le spiagge e le scogliere, il territorio, i venti, i gusti, i profumi, i paesini “cresciuti” sulle asperità, le “balconate” dei luoghi che sporgono sul mare, forniscono una “infinita ed entusiasmante” bellezza di questa isola.

L’invito a visitare l’Isola è nei mesi dell’autunno, dell’inverno e della primavera per scoprire un mondo posto su soffici equilibri: valori storici, culturali e naturali.

Ogni giorno qui nasce e si concretizza un nuova suggestione di vita, un nuovo spazio da svelare, perché girare e conoscere l’Isola d’Elba è la consapevolezza della magnificenza della natura. E’ lo stesso pensiero che hanno espresso con le proprie opere artisti che hanno frequentato L’Isola d’Elba come lo scrittore e fotografo francese HERVE’ GUIBERT, il poeta e scrittore gallese DYLAN THOMAS, e la scrittrice americana JOANNA SCOTT, oltre ai Grandi VICTOR HUGO ed ALEXANDRO DUMAS.

Storia

Presistoria

Tante sono le teorie, ed altrettante sono leggende sulla età dell’Isola d’Elba, Tutte fanno riferimento a reperti che riconducono la vita dell’Isola già all’età della pietra.

Periodo Etrusco

Intorno al V° sec. a.c., l’Isola d’Elba era conosciuta come “AETHALIA” (fiamma); nome dato dai Greci per far riferimento alle fiamme dei forni dove si lavorava il ferro. La grande presenza di questo minerale sull’isola determinò gli accadimenti che seguirono, anche perché tutti i popoli cercarono di trarne benefici e ricchezze.

I primi abitanti furono gli “ILVATI”, un popolo proveniente dalla Liguria, mentre i Romani arrivati successivamente dettero all’isola, come riferimento, il nome : ILVA.

Seguirono gli Etruschi a prendere possesso dell’isola, ottenendo il massimo rendimento dalle miniere di ferro. poi quando le scorte di legname necessarie per i forni si esaurirono, si trasferirono al di là del mare nella vicina Populonia.

Ma di quel periodo si hanno poche conoscenze e restano pochissimi segni di questo grande e laborioso popolo.

Il declino dell’espansione etrusca avviene dopo la battaglia di Cuma del 474 a.C., e nel 415 a.C. con la fallimentare spedizione ateniese in Sicilia appoggiata dagli Etruschi

Della situazione ne approfittarono i Romani, i Sanniti ed i Galli.

Periodo Romano

Nel 480 a.c. anche i Romani, attratti dalle miniere di ferro, conquistarono l’isola. Ne sono testimonianza importanti e lussuose ville: la villa di Cavo (Capo Castello) e quella di Portoferraio (Villa delle Grotte).

Poi durante gli ultimi anni dell’Impero Romano, l’Elba rimase avvolti nell’ombra. In ogni caso l’isola perse la sua rilevanza economica quando Roma imperiale si impossessò di altri ricchi giacimenti minerari.

Età medioevale

Dopo la caduta della città di Roma nel 395 d.c., l’isola d’Elba fu conquistata prima dagli Ostrogoti e poi dai Longobardi. Contemporaneamente l’isola divenne prima luogo frequentato da eremiti e nei secoli successivi fu saccheggiata prima dai Saraceni e poi assalita nel 1003 e 1016 da “Museto” (Mujāhid al-ʿĀmirī), militare e politico arabo.

Dopo il 1000 la Repubblica di Pisa mise l’isola sotto il proprio dominio e fu incaricata dal Papa di difenderla dalle scorrerie saracene. Fu di questo periodo la costruzione delle torri di avvistamento e di alcune fortezze. Una su tutte la Fortezza del “Volterraio”, situata su un’altura inaccessibile.

La fortezza del Volterraio – In fondo la città di Portoferraio

Gli stessi Pisani riutilizzarono alcune località estrattive dell’Isola riguardanti composti granitici, sulle pendici meridionali del Monte Capanne, ed a San Piero in Campo.

Nello stesso periodo si svilupparono:

  • Alcuni Comuni (Capoliveri, Rio, Campo, Marciana, Pomonte),
    e presero forma:
  • Edifici Religiosi (La Pieve di San Giovanni, la Pieve di San Michele e la scomparsa Pieve di San Giovanni di Ferraia.).
  • Piccole chiese (San Frediano, San Benedetto, San Biagio, San Quirico e Madonna della Neve).

XIII° Sec.

Ma col passar del tempo l’Isola fece gola anche ai Genovesi per il controllo sui mari circostanti dei propri traffici. Dopo alcuni tentativi riuscirono nell’intento nel 1284 quando sconfissero i Pisani nella famosa battaglia della Meloria.

La battaglia, che avvenne nell’agosto 1284 al largo delle coste del Porto Pisano, a 3,7 miglia marine dalla periferia nord della città di Livorno, indebolì fortemente la flotta navale pisana dando inizio al lento declino della città di Pisa come potenza marinara.

La Torre della Meloria

Dai documenti storici risulta che, proprio a seguito dei frequenti naufragi di imbarcazioni dirette verso il porto pisano, la Repubblica Marinara di Pisa decise, verso la metà del XII secolo, di erigere una torre, costellata da fiaccole accese, che fungesse contemporaneamente sia da punto di segnalazione contro le incursioni dei pirati sia come segnalazione per la presenza delle pericolose secche..

La torre fu distrutta nel 1284 dai genovesi nella celebre battaglia della Meloria, e venne ricostruita nel 1598 per volontà del Granduca Ferdinando I de’ Medici. Di nuovo abbattuta dalla violenza del mare, fu riedificata nel 1712 sotto Cosimo III, Granduca di Toscana.

XIV° – XV° – XVI° Sec

Nel 1399 l’Isola d’Elba passò sotto la Signoria degli Appiani di Piombino: nobile famiglia originari della Valdera. Ma oramai l’isola era diventata una posta molto ambita in tutto il Mediterraneo.

Nel 1548, a seguito di grosse devastazioni per ripetuti assalti di pirati e corsari turchi, tunisini e saraceni avvenute intorno al 1540, il Granduca di Toscana Cosimo I° fece iniziare i lavori per la fortificazione di Portoferraio, allo scopo di difenderne le coste.

L’Isola d’Elba si trovava già divisa in tre settori controllati da Firenze, dalla Spagna e da Piombino.

XVII° – XVIII° Sec.

Nel 1603 gli spagnoli, su direttiva del re Filippo II° iniziarono a Porto Azzurro, la costruzione del nucleo fortificato chiamato Forte Beneventano. Ma la rincorsa delle potenze europee proiettate alla occupazione dell’Isola con fine primario il controllo della vasta zona e per scopi legati alle attività economiche, commerciali e militari, continuava alacremente con lotte continue tra i conquistatori.

XIX° -XX° Sec.

Ferdinando IV° , re di Napoli, rinunciando a tutte le proprietà lasciò l’isola ai Francesi che fu annessa all’Impero di quella Nazione il 26 agosto del 1802.

Con un po’ di tranquillità l’economia dell’Isola riprese vigore; furono costruite strade e si svilupparono i traffici marittimi. La serenità sull’isola si sviluppò anche con la presenza di diversi artisti, pittori e scrittori, inglesi e francesi, venuti per descrivere l’Elba con la sua bellezza nelle loro opere.

Intorno al 1830, molti famiglie elbane abbandonarono l’isola per emigrare nell’America del sud (Venezuela), mentre l’isola veniva visitata continuamente da geologi, e botanici.

All’inizio del 1900, a seguito di una forte ripresa dell’estrazione di metalli, e con la riapertura di vecchie cave abbandonate (Seccheto – Cavoli) vennero costruiti gli “altiforni” di Portoferraio.

Ma le due guerre mondiali portarono, come nel resto della nazione, vittime e distruzione.

Portoferraio fu pesantemente colpita il 16 settembre del 1943 con un bombardamento aereo della Luftwaffe e con l’occupazione dell’esercitio tedesco,.

Il 17 giugno del 1944, gli alleati liberarono l’isola sbarcando a Fonza, piccolo arenile all’interno della baia di Marina di Campo.

Negli anni ’50 -‘60 l’isola fu visitata dall’archeologo Giorgio Monaco, che intraprese numerosi scavi nei siti archeologici di Monte Giove, Monte Còcchero, Valle dell’Inferno e della Villa romana delle Grotte.

Napoleone Bonaparte – L’Imperatore all’Isola d’Elba

Napoleone Bonaparte

 

Introduzione

L’isola d’Elba è nota, in Italia e nel mondo, per le sue bellezze e per i minerali del suo sottosuolo. Ma la notorietà dell’isola è legata anche ad un nome famoso nella storia: quello di Napoleone Bonaparte. L’Elba ha rappresentato per Napoleone un esilio breve, anche se molto importante.

Il 31 marzo 1814 le forze coalizzate di Inghilterra, Prussia, Russia e Austria entrano a Parigi. Napoleone è costretto a sottoscrivere l’atto di abdicazione. L’11 aprile, il trattato di “Fontainebleau” gli assegna come esilio e principato, l’Isola d’Elba, oltre ad una pensione annua di due milioni di franchi.

Arrivo

Napoleone Bonaparte arrivò all’Isola d’Elba dopo la disastrosa Campagna di Russia (Giugno-Dicembre 1812) e la sconfitta di Lipsia (Ottobre 1813).

Il 3 maggio 1814 giunse nella rada di Portoferraio sulla Fregata “HMS Undaunted”. Ma, non sicuro dell’accoglienza da parte della popolazione elbana, sbarcò solo il giorno dopo; prima in maniera riservata a “Magazzini”, piccolo borgo nella rada di fronte alla città, poi ufficialmente in città al “Molo Elba”. Erano le 15.30 del 4 maggio.

La vita all’Isola d’Elba.

Nonostante una salute non del tutto ottima ed una forte insofferenza per il caldo, Napoleone leggeva molto ed un riguardo particolare lo dedicava ai trattati di agricoltura e di mineralogia, anche ispezionando personalmente le zone interessate.

Il suo interessamento era rivolto anche ad altre problematiche dell’Isola. Diede il via, in breve tempo, a numerosi lavori ordinando la costruzione di un condotto sotterraneo per evitare allagamenti e l’allargamento delle strade per facilitare il passaggio delle carrozze; ne possedeva ben 27 e ca. 60 cavalli.

Attuò una vera e propria rivoluzione nell’organizzazione militare, economica e sociale come la questione dei cani randagi e l’igiene pubblica.

Il fatto di soffrire molto il caldo lo portava a preferire di restare nella villa di Portoferraio, in quanto molto più arieggiata rispetto a quella di San Martino; anche se qualche volta si recava nel santuario della “Madonna del Monte” per il fresco. La sortita in quel luogo fu programmata anche per incontrare, con molta discrezione, la sua amante Maria Waleska.

La paura di un possibile rapimento per mano dei suoi nemici, lo rendevano sospettoso e sempre “all’erta”, tanto da organizzare un suo piccolo esercito. Circa un migliaio di uomini indisciplinati ma bene armati e che gli costeranno una fortuna.

Ogni decisione militare e civile però era presa dall’Imperatore in prima persona.

Partenza

In relazione al suo progetto di andar via dall’Isola d’Elba, Napoleone ebbe molta considerazione per la “flotta”.

Nonostante diverse e grosse difficoltà, tra le quali come reperire i marinai, riuscì ad organizzare una flotta decente per lesue necessità.

  • Brigantino “Incostant”
  • Canotto (imbarcazione a remi) appartenente alla Fregata “Undaunted”.
  • Due Feluche requisite: “La Mouche” e “L’Abeille”.
  • Uno sciabecco “L’Etoile”

Venuto a conoscenza che il Congresso, radunatosi a Vienna il 1° di novembre, aveva come intenzione di confinarlo altrove, iniziò a meditare il ritorno in Francia, confidando, una volta sbarcato, nell’aiuto dell’esercito che in gran parte gli era rimasto fedele. Con grande cautela a causa delle spie che lo sorvegliavano, Napoleone cominciò così ad organizzare la sua partenza dall’Elba. Napoleone lasciò l’Isola d’Elba il 26 febbraio 1815 intorno alle ore 16.00.

Sulla partenza si sono raccontate tante storie alcune delle quali hanno come sfondo la notte della festa da ballo di carnevale (la masquerade), organizzata dalla sorella Paolina al Teatro dei Vigilanti.

Si è radicata la credenza popolare che Napoleone avesse sfruttato la festa in maschera per fuggire dall’Elba. Il fatto è collegata anche ad un altro grande evento.

Paolina, sorella di Napoleone, aveva organizzato il ballo di carnevale per un duplice scopo: sicuramente per deviare l’attenzione dagli eventi ed anche per permettere al fratello un ultimo saluto alla società di Portoferraio.

L’evento della partenza dall’Isola fu molto nervoso, anche se Napoleone avesse preparato con molta cura tutto quanto fosse necessario..

Già da tempo aveva dato ordine per una attenta ricognizione dello scafo del Brigantino “Inconstant” che l’avrebbe riportato in Francia. La stessa nave doveva essere addirittura dipinta come un brigantino inglese.

L’”Inconstant” era un bastimento (a due alberi costruito nei cantieri di Livorno nel 1810 lungo 30 metri e con 14 cannoni) che si era arenato nei pressi della rada di Portoferraio.

La stessa nave fu riarmata con altri cannoni, e fornita di vettovaglie: biscotti, riso, legumi, formaggio, metà dell’approvvigionamento in acquavite e l’altra metà in vino, e acqua per 120 uomini per tre settimane. Quanto alla carne salata, se ne imbarcherà per 15 giorni e soprattutto legna.

La nave avrebbe dovuto essere in rada e pronta dal 24 al 25 del mese di febbraio.

La folla lo attese per l’imbarco, dallo stesso punto di arrivo. Napoleone salì sul canotto che lo porterà sul brigantino “Inconstant” ancorato fra il Molo Gallo e la Torre nel Martello.

Poi, approfittando dello scirocco e della assenza del suo “controllore”, l’inglese Campbell  a Firenze per lavoro, il 26 febbraio prese il largo.

Erano le 16.00 del 26 febbraio 1815.Il brigantino, armato con 18 cannoni, prese il largo Lo affiancava una piccolaflotta che comprendeva le due golette e una bombarda francese. In seguito 400 granatieri saranno imbarcati sull'”Incostant”, e 200 sull'”Etoile”, i cavalieri sul “Saint-Esprit” e 40 artiglieri con 300 cacciatori corsi seguiranno su altre imbarcazioni, mentre una delle golette farà da vedetta durante la navigazione. La destinazione, per precauzione, sarà tenuta in un primo momento segreta ed i vascelli si dirigeranno ad ovest separatamente per non aver l’aria di’ essere un convoglio. Infatti Campbell, uscito il giorno seguente dal porto di Livorno con la sua fregata, diretto all’Elba per il suo rientro, non avrà alcun sospetto.

Napoleone Bonaparte approdò il 1° marzo a S. Juan in Francia, nei dintorni di Cannes, in compagnia dei generali Antoine Drouot e Pierre Cambronne.

Testimonianze
Il periodo Napoleonico, anche se di breve durata, ha lasciato all’Elba importanti testimonianze come i due importanti Musei delle Residenze Napoleoniche situati a Portoferraio (Villa dei Mulini e Villa San Martino).

  • Villa dei Mulini (situata nel centro storico di Portoferraio, ed a picco sul mare in direzione nord), costruita nel 1724 dal Gran Duca Gian Gastone de’ Medici, inizialmente non presentava l’aspetto attuale. Essa fu riadattata secondo le esigenze di Napoleone dall’architetto livornese Paolo Bargigli.

Portoferraio – La villa dei Mulini sulla punta di sinistra.

  • Villa San Martino (la più grande, immersa nel verde, a pochi chilometri dal capoluogo isolano in direzione Procchio – Marina di Campo) dista Km. 3,8 dal Centro di Portoferraio.

Villa San Martino

Nel lascito Napoleonico all’Isola d’Elba vi sono importanti dipinti e pubblicazioni.

Su iniziativa dello stesso Napoleone, fu costruito, nella parte alta di Portoferraio, il “Teatro dei vigilanti” al posto della chiesa sconsacrata del Carmine.

La sua realizzazione, però, non fu del tutto semplice in quanto mancavano i soldi per i lavori. E fu così che l’imperatore, mise in vendita i 65 palchi ai “maggiorenti” della città. Una idea brillante che portò i suoi frutti: molti, per dimostrare la propria importanza sociale, acquistarono i posti.

Teatro dei Vigilanti; già chiesa del Carmine

I vini.
A Napoleone, amante dei vini, viene storicamente attribuito il merito di aver istituito la prima Doc elbana. L’imperatore, infatti, avrebbe riconosciuto il valore del vino ALEATICO. Ciò si evince dal ritrovamento del “Privilegio dell’Imperatore”, un documento che può essere considerato una sorta di “Doc ante-litteram”

Per soddisfare il desiderio di buon vino Napoleone diede avvio ad un progetto ambizioso: la realizzazione di un’azienda vitivinicola e riserva di caccia intorno a San Martino. Qui fece impiantare diversi vitigni nei pressi della residenza immaginando anche due etichette:

  • il rosso Côte de Rio, ispirato al colore delle montagne ricche di minerali,
  • il bianco Monte Giove che richiamava il granito dell’omonima cima.

Notizie e curiosità

  • La bandiera dell’Isola d’Elba, bianca con una banda rossa e tre api dorate viene fatta preparare da Napoleone Bonaparte al suo arrivo a Portoferraio; è ancora oggi il simbolo dei 33 mila abitanti dell’Isola.
  • Sin dall’arrivo Napoleone diede all’Isola d’Elba un’impronta completamente nuova, risplendente di una luce nuova, una luce imperiale. Arrivarono damigelle, sarte, per balli in maschera e le feste parigine animarono la nuova piccola corte.
  • Come residenza riadatta anche la Villa di San Martino, dove oggi è possibile osservare stampe ottocentesche e arredamenti dell’epoca. Il pezzo forte, però, è l’originale della Galatea, scultura del Canova per cui ha posato la bella Paolina Borghese, sorella dell’Imperatore.
  • La partenza organizzata in fretta gli fa abbandonare molti oggetti personali, tra cui oltre 2000 libri, che ancora oggi sono visibili tra la Palazzina dei Mulini e la Villa di San Martino.
  • Ogni 5 maggio, inoltre, Napoleone Bonaparte viene celebrato con una messa di suffragio presso la Chiesa della Reverenda Misericordia di Portoferraio. Un modo per far rivivere agli abitanti dell’Elba gli antichi fasti imperiali.

Comune di Campo nell’Elba

Stemma del Comune

Campo di cielo, al monte a tre vette declinanti, moventi dal fianco sinistro ed uscenti da un mare. Col capo di rosso carico di tre api d’oro, poste in banda ed ordinate in fascia

Il Comune di Campo nell’Elba

Campo nell’Elba  è un comune di ca. 4 651 abitanti dell’Isola d’Elba e della provincia di Livorno.

Risulta sparso in quanto costituito da diversi centri abitati, oggi  frazioni comunali: il capoluogo è Marina di Campo e nel territorio comunale sono compresi anche altre tre località: San Piero in Campo, Sant’Ilario in Campo, l’isola di Pianosa e le altre località di Cavoli e Seccheto, rinomate spiagge.

Marina di Campo è situata sull’omonimo golfo nel tratto litoraneo meridionale dell’isola d’Elba ed è separato a est con il promontorio di Capo Fonza, dall’ampio golfo di Lacona. L’opposta punta invece costituisce la coda di uno sperone che dal monte Capanne avanza verso sud-est sino al Capo di Poro.

L’abitato di Marina di Campo sorse presso il golfo, in quella piana umida detta anche “Maremma dell’Elba”: Bonificato nell’ultimo secolo oggi è uno dei territori più densamente abitato dell’Isola.

Marina di Campo – In fondo la sua Torre

Da vedere e/o visitare

  • La Torre di Marina di Campo;  si trova sullo sperone di roccia che chiude a ovest la baia di Marina di Campo, e domina il nucleo primitivo del porto, ed è ben visibile da tutto l’arco della spiaggia. Spesso alla Torre viene attribuita a sproposito un’origine pisana. Invece la struttura è chiaramente riferibile a un’epoca tardorinascimentale, molto vicina alla fine del Cinquecento. Si tratta dunque di una di quelle difese approntate in seguito alle devastanti scorrerie turco-francesi di Barbarossa e Dragut, della metà del Cinquecento.
  • Chiesa di San Gaetano da Thiene, situata nel centro abitato di Marina di Campo. Edificio consacrato a metà degli anni ’60.
  • Chiesa di San Mamiliano – Forse intorno al 1350: si trova sulla strada che va verso Procchio, ai piedi del Colle Serra. La chiesa è di epoca pre-romana.
  • Località “Segagnana” è situato l’Acquario dell’Elba, dedicato alla fauna acquatica mediterranea.
  • A Marina di Campo ha sede l’azienda Locman, fondata nel 1985 e specializzata nella produzione di orologi da polso.
  • L’unico aeroporto dell’isola d’Elba, noto come aeroporto di Marina di Campo, frazione “La Pila”, molto attivo nei periodi turistici..
  • Il porto, di modesta grandezza, è utilizzato da imbarcazioni da diporto, pescherecci e, durante la stagione estiva, per servizio passeggeri per la vicina isola di Pianosa
  • La spiaggia di Marina di Campo è la  più estesa dell’Isola d’Elba. L’arenile, composto da sabbia fine dorata dovuta al disgregamento delle rocce granitiche del monte Capanne, si estende per quasi 1300 metri, racchiuso nel golfo omonimo tra la località La Foce e l’antico nucleo del paese, dove sorge il porticciolo. Davanti il mare aperto, con l’isola di Montecristo all’orizzonte.

Enogastronomia

Il mangiare bene

La cucina elbana, con la maggior parte pietanze di pesce, si sviluppa su elementi e preparazioni semplici e ricche di sapore. La gastronomia dell’isola è il risultato di esperienze delle migrazioni e dei ritorni dei suoi abitanti, delle occupazioni da parte di popoli diversi e dello stile di vita locale, tipico di coloro che devono far fronte a una natura affascinante ma non sempre gentile con gli esseri umani. Nonostante la ridotta estensione dell’Isola, i prodotti sono molti e di ottima qualità, come: il miele con varie aromatizzazioni, erbe per la cucina, formaggi di capra e funghi.

Le ricette della cucina elbana sono molto varie e gustose.

Veramente da assaggiare: zuppa di crostacei, risotto al nero di seppia, il polpo, spaghetti con la margherita (crostaceo caratteristico della zona), stoccafisso con le olive, gurguglione, zerri sotto il pesto, sburrita, e come dolci la schiacciunta, il corollo, l’imbollita di fichi e alla fine la schiaccia briaca, il dolce più celebre oltre i confini elbani.

E tutti i piatti dell’Isola si abbinano perfettamente con i vini dell’Isola; una relazione straordinaria.

Il bere bene.

Una ottima vacanza all’Isola d’Elba, oltre che mangiare bene, si gusta anche con il bere bene. La cultura della vite sull’isola può vantare un passato glorioso (periodo etrusco e romano).

All’Elba è possibile trovare:

  • Elba bianco DOC costituito da uve Trebbiano,(localmente conosciuto come procanico) Ansonica e Vermentino, con una gradazione alcolica minima di 11°
  • Elba Ansonica – Si ricava da uve ansonica per almeno 85% e con un colore paglierino ha una gradazione alcolica di 11,5°
  • Elba rosso DOC , si ricava da uve Sangiovese ed altre.
  • Elba Aleatico DOCG, si ricava dalle uve di Aleatico 100% particolarmente selezionate. Ha colore rosso rubino intenso e cupo, sapore dall’amabile al dolce e una gradazione alcolica totale minima di 16° di cui almeno 13° svolti.
  • Elba Moscato é prodotto con uva moscato 100% selezionate e sottoposte ad appassimento all’aria. Ha colore giallo paglierino intenso fino ad ambrato, sapore da amabile a dolce e vellutato. Gradazione alcolica totale minima 16° di cui almeno 13° svolti.